Con grande piacere ed interesse, giovedì 4 Dicembre 2014, sono stato invitato come ospite alla trasmissione “Aula 40”.

La puntata, in diretta radiofonica dal CNR di Pisa, è stata divulgata dall’emittente Punto Radio, ben coordinata e condotta dal giornalista Massimo Marini, con argomento del giorno molto appetitoso,“Il limite umano in condizioni estreme”.

In studio insieme a me, il Prof. Angelo Gemignani del Centro “Extreme”, Dipartimento Life Sciences,IFC-CNR e Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa; Simone Vanni, campione del mondo e campione olimpico di fioretto; Franco Gini, direttore sportivo del ciclista Alberto Contador; Walter Metta,di Briefing Studio.

 

Si è parlato dello studio dell’adattamento umano in ambienti estremi, che impongono sull’organismo uno stress ambientale che può mimare le condizioni di patologia. Capire l’adattamento dell’organismo alla situazione estrema può voler dire capire meglio la risposta alla malattia.

Inoltre gli stimoli ambientali, e quindi anche l’allenamento a mio dire, purchè sia ben studiato sul soggetto e “somministrato” in dosi sufficienti, può avere un peso importante nel cambiare le caratteristiche dell’atleta. Quindi non basta più dire e nascondersi nello slogan, che, una caratteristica l’hai nel DNA, punto e basta, non può essere cambiata, allenata, migliorata. Perché anche il DNA può subire influenze, il genoma non cambierà ma potrà essere altamente influenzato. Gli stressor (stimoli) agiscono sull’ epigenoma, che sta sopra al Dna, che lo interpreta. E se il Dna equivale a uno spartito di musica, l’epigenoma è l’orchestra che produce e interpreta la melodia.

 

Durante “Aula40” è stata analizzata anche la “zona di flusso”, per vincere la fatica e per approcciarsi con successo nella vita come nello sport.

Durante questo momento “magico”, l’atleta, l’uomo, deve estraniarsi dagli altri stimoli che lo circondono, che lo bersagliano, e concentrarsi sui suoi obiettivi, che saranno centrati più facilmente e con minor fatica.

La zona-flusso può essere accostata al momento meditativo, dove attraverso la respirazione, tutto scompare.

Oltre a focalizzare i propri obiettivi, il tutto sarà centrato, se ,una determinata attività verrà svolta dalla persona con il massimo del suo piacere, eliminando così in automatico una fatica presunta.

Quindi la gioia nel praticare un’ azione, uno sport, un momento, sposta il piacere della persona verso l’alto, togliendole distrazioni e pensieri negativi.

 

Così come risulta di estrema importanza ed è stato analizzato durante la trasmissione, il “pensiero mentale” che precede un atto motorio, cioè l’immaginarsi, prima di compierlo, un certo gesto motorio .

Tale “azione mentale” porterà all’atleta dei benefici nel gesto che seguirà il progetto mentale di tale azione motoria.

Infatti, tra i moltissimi dati che tiro fuori dalle mie analisi di atleti, con il mio Sistema Cryptex (www.icryptextraining.com), ho elaborato un dato su tutti, che esula dall’attività del muscolo, ma che vuole “pesare” le certezze o incertezze mentali del momento (Activation Neurogenic), che possono anche essere influenzate da una cattiva condizione fisica del momento

 

Ringrazio l’amico Massimo Marini per l’invito e mi complimento per l’idea della trasmissione, che emana la sua voce da un luogo sacro come il CNR. Un ente, che con le sue persone, potrebbe portare un grosso contributo nello studio di tantissime variabili che si trovano nel calcio e nello sport in generale. Alla barba di chi dice….”oramai nel calcio non s’inventa più nulla”. A mio avviso, grazie alla tecnologia e agli studi applicati, sono moltissime le cose che nel campo dell’allenamento, della performance e della prevenzione potranno ancora essere migliorate.